Pacificate le greggi, è tornato il silenzio.
Il dio denaro, unico generatore di valori sopravvissuto, sembra ormai aver delimitato irrimediabilmente i confini
dell’agire politico, riducendolo a mero strumento di attuazione di decisioni
economiche prese da un ristretto numeri di burocrati e banchieri. Allo stesso
tempo, e con simili intenti, anche il mondo dell’informazione viene sempre più
ammaestrato e costretto ad assumere i connotati di un gigantesco megafono,
amplificando l’unica voce rimasta in campo, quella del padrone. L’incessante e
martellante bombardamento mediatico fatto di informazioni fugaci e volatili ha
in questo modo inevitabilmente ridotto gli spazi di conversazione ed interrotto
drasticamente il tempo della riflessione. Così piegato, l’animale uomo,
mercificato ed alienato a dismisura, ha ormai addirittura dismesso le proprie
pulsioni desideranti e trasformato il suo potenziale sessuale ed erotico in
forza lavoro o nel suo valore di scambio equivalente.
Date queste condizioni, in un mondo in cui
il dominio capitalistico superata la sua fase spettacolare viene sempre più ad
assumere una dimensione biopolitica totalizzante, si fa più urgente la
necessità della costruzione e predisposizione di necessari antidoti che siano
all’altezza della sfida attuale.
Il nemico è lo stesso di sempre, il Potere
con la P maiuscola, quello che condiziona il nostro modo di mangiare, di
vestire, di pensare, e che da nemico esterno si è ora trasformato anche in nemico interno introducendosi
subdolamente nelle nostre menti. E’ quindi soprattutto verso noi stessi che dobbiamo
rivolgere ora lo sguardo se vogliamo veramente sradicare la malapianta del
dominio neoliberista e statalista. A questo appuntamento di certo gli anarchici
non arrivano totalmente impreparati, tutt’altro.
La nostra vecchia cara Idea, piantata
saggiamente dalle fervide menti che ci hanno preceduto, è ora capace di
germogliare frutti inaspettati proprio quando le contraddizioni del capitalismo
finanziario vengono oggi sempre più alla luce. Occorre però rivolgere lo
sguardo nella giusta direzione e in tempi difficili come questi, aguzzare
l’ingegno. “Malatempora currunt”… gli oligarchi a capo di Amazon, Apple,
Nestlé, Facebook, Google, ecc… stanno inventando il nostro futuro plasmandolo a
misura dei loro interessi. In conseguenza di ciò, lo stesso famigerato
“conflitto di interessi”, da fenomeno episodico diventa così elemento endemico
e costitutivo della macchina amministrativa, a tal punto che oggi non si dà
governo se non in conflitto di interessi.
I consigli di amministrazione delle sempre
più voraci multinazionali, in combutta con i burocrati di governo che
assecondano sfacciatamente i loro propositi, monitorano ogni aspetto della
nostra vita; sanno tutto del nostro passato e valutano alla perfezione i nostri
gusti e le nostre debolezze, sanno dove siamo ed a cosa stiamo pensando. Alcune
multinazionali si spingono addirittura a studiare i comportamenti dei giocatori dei cosiddetti “massively
multiplayer on-line games”, utilizzati come banco di prova per esperimenti
sull’impatto di possibili politiche sociali.
Ma allora se di biopolitica oggi si tratta,
cioè del dominio totalizzante dell’Impero neoliberista su ogni fase della
nostra vita, il nostro sforzo e il nostro sguardo dovranno essere
principalmente indirizzati verso la sfera morale e pedagogica nell’accezione da
sempre esemplificata dalla gran parte delle dottrine anarchiche e libertarie di
tutto il mondo. Coloro che non hanno mai avuto dimestichezza con questi ideali
troveranno qui uno strumento utile e propedeutico per districarsi in questo
caotico e meraviglioso mondo dell’Idea anarchica. Chi invece si è sempre
nutrito di tali letture vi troverà non solo una panoramica riassuntiva dei
principali concetti che hanno caratterizzato la storia del pensiero morale e
pedagogico anarchico, ma anche possibili spunti per affrontare le sfide attuali
con nuove parole/idee e soprattutto con nuove azioni. In fondo questo libro
avrebbe anche potuto chiamarsi: “Guida all’edificazione dell’uomo libero”,
perchè tali sono i presupposti ideologici che da sempre animano il pensiero
anarchico, dove per uomo libero, si deve intendere una persona che sia
veramente maestra di se stessa e che non sia ammaestrabile da qualsivoglia
autorità esterna, sia essa di tipo materiale (Stato, Chiesa, Partito, Esercito)
sia essa di tipo spirituale/metafisico (religioni, ideologie astratte,
superstizioni varie).